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MONOSSIDO DI CARBONIO |
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1)CARATTERISTICHE E ORIGINE DELLA SUA PRESENZA NELL’ARIA
E’ un gas incolore, inodore, più leggero dell’aria, velenoso per tutti gli animali a sangue caldo e per molte altre forme di vita e, proprio per queste sue caratteristiche può essere considerato un assassino silenzioso e invisibile. Il Monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto d’aria, tuttavia, anche quando la quantità è teoricamente sufficiente, le reazioni non procedono fino al completamento e nel gas proveniente dalla combustione si trovano tra l’altro ossigeno e monossido di carbonio. La combustione è un processo di rapida ossidazione di una sostanza combustibile con un comburente. Questo processo consiste propriamente nella reazione di un combustibile organico (per esempio CH4) con ossigeno dando origine inoltre alla conseguente produzione d’acqua e di diossido e monossido di carbonio, insieme a sottoprodotti derivati da componenti diversi e impurità del combustibile. In conclusione possiamo affermare che i processi di combustione sono le fonti principali di CO e CO2 prodotti attraverso le seguenti reazioni:
(A) 2C
+ O2 = 2CO (B) 2CO +
O2 = 2CO2 (A+B) 2C + 2O2 = 2CO2
( C) CH4 + 2O2 = CO2 + 2H2O
( D) 2CH4 + 3O2 = 2CO + 4H2O
( E) CO + 1/2 O2 = CO2
L’ossido di carbonio è sempre presente durante il
processo di combustione essendo la prima reazione dieci volte più veloce della seconda.
Più del 70% del monossido di carbonio presente nella bassa atmosfera è prodotto da
autoveicoli alimentati a benzina e a gasolio. Come accennato il CO si sprigiona
dalla combustione incompleta di CH4, benzina, kerosene, gasolio, olio
combustibile ecc. e quindi da apparecchi di combustione quali motori, centrali termiche,
forni, stufe, scaldabagni, bracieri e fornelli installati o regolati in maniera errata
oppure in cattivo stato di manutenzione. Elevate concentrazioni di CO sono pure
raggiungibili nei garage sotterranei o isolati dall’ambiente esterno in cui gli
automezzi sostano con motore acceso o in ambienti dove avvengono processi anche biologici,
che producono tale gas (cantine di vinificazione, vasche di depurazione….).
Va ricordato l’effetto di diffusione di tale inquinante atmosferico che può
determinare zone di pericolosa concentrazione anche a forte distanza dai luoghi di
emissione: tale effetto di diffusione è generato da movimenti atmosferici, correnti
d’aria, ostacoli naturali ecc. Il peso di inquinante prodotto varia dalle 63,8*106
ton. dei trasporti, alle 1,9*106 ton. del riscaldamento domestico. In
conclusione le fonti principali di tale inquinante si possono classificare in due gruppi:
2) EFFETTI TOSSICI SUGLI ORGANISMI VIVENTI (ANIMALI E VEGETALI) E SUI MATERIALI INORGANICI
AVVELENAMENTO DA MONOSSIDO DI CARBONIO
Quando il Monossido di carbonio
viene inalato, si combina con l’emoglobina del sangue impedendo l’assorbimento
d’ossigeno e provocando asfissia, la quale è dovuta ad un’insufficiente
ossigenazione del sangue a livello polmonare. Gli organi più colpiti sono il sistema
nervoso centrale e il sistema cardiovascolare, soprattutto nelle persone affette da
cardiopatie. Alle concentrazioni abitualmente rilevabili nell’atmosfera urbana gli
effetti sulla salute sono reversibili e sicuramente meno acuti.
Il legame del monossido di carbonio con l’emoglobina dà luogo alla
carbossiemoglobina, con un’affinità 210 volte maggiore di quella con
l’ossigeno, provocando un’anossia cellulare.Una volta cessata
l’esposizione, il monossido di carbonio viene eliminato attraverso i polmoni con
un’emivita di 4 – 6 ore.L’emivita si abbassa a 40 – 80 minuti con
l’ossigenoterapia al 100% ed a 15 – 30 minuti con l’ossigeno iperbarico.La
gravità dei sintomi dell’ipossia dipende anche dal grado d’attività fisica del
soggetto, dalle richieste d’ossigeno da parte dei tessuti e dalla concentrazione
d’emoglobina.In genere non si osserveranno sintomi d’intossicazione a
concentrazione di CO dello 0,01% nell’aria inspirata, poiché la saturazione
d’emoglobina non supera il 10%.
Una concentrazione di CO allo 0,05%, in corso d’attività fisica moderata, produrrà
una concentrazione ematica di carbossiemoglobina del 20% con segni di cefalea leggera.Un
grado d’esposizione prolungata o attività fisiche più impegnative causeranno
saturazioni fra il 30 ed il 50% e si potranno manifestare cefalea, irritabilità, stato
confusionale, disturbi visivi, stordimento, nausea e vomito.Dopo l’esposizione per
un’ora a concentrazioni di 0,1% nell’aria inspirata il sangue conterrà il 50
– 80% di carbossiemoglobina che produrrà coma, convulsioni, insufficienza
respiratoria e morte.L’inalazione di concentrazioni maggiori di CO satura
l’emoglobina così rapidamente che la perdita della coscienza può avvenire
improvvisamente e senza segni premonitori. Nel caso in cui l’intossicazione sia più
graduale, il soggetto può accusare una diminuita resistenza alla fatica, dispnea da
sforzo o addirittura a riposo. I soggetti esposti al CO in modo subacuto o cronico possono
manifestare disturbi di tipo influenzale: febbre, sudorazione eccessiva, a volte anche
epatomegalia, lesioni cutanee, alterazioni di componenti ematiche, cardiologiche, renali,
cerebrali, ecc.
Il segno più tipico di una grave intossicazione da CO è una colorazione caratteristica
della cute e delle mucose, dovuta al colore rosso brillante della carbossiemoglobina.Il
trattamento dell’avvelenamento da CO richiede una ventilazione efficace, se
necessario artificiale, purché in ambiente con alte concentrazioni d’ossigeno ed in
assenza di CO. Si può intervenire, inoltre, somministrando ossigeno puro con
l’obiettivo di staccare CO dall’emoglobina e per ridurre l’ipossia
tissutale mediante l’ossigeno disciolto nel sangue.L’ossigeno va somministrato
mediante mascherina strettamente aderente al viso finché i livelli del CO non scendono al
disotto del 10% ed il quadro clinico non appare risolto.Un’ipossia tissutale troppo
prolungata può causare la persistenza di sintomi neurologici come tremori, disturbi
mentali, psicosi.Elevate concentrazioni di CO sono la causa anche di enfisemi polmonari.
EFFETTI SUI VEGETALI
Il monossido di carbonio provoca sui vegetali una diminuzione delle capacità dei
batteri di fissare l’azoto nelle radici.
EFFETTI SUI MATERIALI
Non sono stati rilevati effetti, dovuti al CO, su materiali inorganici.
3) LIMITI DI CONCENTRAZIONE IMPOSTI DALL’ATTUALE LEGISLAZIONE
I valori di concentrazione degli
inquinanti misurati nelle diverse postazioni devono essere confrontati con i limiti
stabiliti dalla normativa vigente. I "valori limite" indicati nella tabella sono
quelli massimi d’accettabilità delle concentrazioni e massimi d’esposizione,
stabiliti dal D.P.C.M. 28/3/83 e dal D.P.R. 24/5/88 n°203.
I "valori guida" (stabiliti dal D.P.R. 20/3/88) sono i limiti delle
concentrazioni e i limiti d’esposizione destinati:
Le "soglie d’attenzione" e le "soglie d’allarme" (definite dall’O.M. 20/11/91) superate le quali l’autorità competente ha l’obbligo di assumere provvedimenti di limitazione delle emissioni in atmosfera (traffico veicolare, riscaldamento degli edifici, impianti industriali), hanno lo scopo:
INQUINANTE |
VALORI LIMITE |
SOGLIE DI ATTENZIONE |
SOGLIE DI ALLARME |
ORE DI ESPOSIZIONE |
MONOSSIDO DI CARBONIO CO | 10mg/m3 (9 ppm) | . | . | 8 ORE |
40mg/m3 (35 ppm) | 15mg/m3 | 30mg/m3 | 1 ORA |
Nella seguente tabella viene indicato il valore limite consentito di CO per una e otto ore di esposizione all'inquinante. Nella seconda e terza colonna vengono indicati rispettivamente i valori delle soglie di attenzione e di allarme per un’ora di esposizione al CO. Mediamente, a Firenze, la percentuale di CO è tra l’ 1% e il 10% dell’intero inquinamento atmosferico nelle zone di elevato traffico. Nelle zone residenziali oscilla dallo 0% all’1% del totale. Non esiste un valore globale di soglia per questo inquinante ma inizia a creare problemi se è in concentrazioni superiori ai 3,6 mg/m3.
4) METODI E PROPOSTE PER ABBASSARE LA CONCENTRAZIONE.
Il monossido di carbonio è un tipico sottoprodotto della combustione della benzina nei motori a combustione interna. Per questo motivo l’emissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera può essere ridotta evitando di immettere nei processi di trasformazione materiali contenenti sostanze nocive, rimuovendo le sostanze inquinanti dopo che si sono formate, alterando i processi in modo da evitare che tali sostanze si formino o facendo in modo che vengano prodotte solo in misura limitata. Il livello degli inquinanti contenuti nei gas di scarico delle automobili può essere ridotto facendo in modo che i carburanti vengano bruciati completamente e dotando i veicoli di marmitte (vedi marmitta catalitica) capaci di trasformare i gas di scarico in miscele di sostanze meno inquinanti.