INQUINANTE IDROCARBURI (HC) |
1) CARATTERISTICHE DELL'INQUINANTE
Sono composti chimici formati da atomi di
carbonio e idrogeno. Nell'aria delle città si trovano concentrazioni variabili di
idrocarburi diversi dal metano (anche superiori a 1000 - 2000 µg/m3), mentre quest'ultimo
può superare i 1500 µg/m3. La concentrazione degli idrocarburi non metanici viene
espressa in microgrammi per metro cubo (µg/m3) di carbonio, cioè come peso della sola
frazione di carbonio.
A seconda dei loro punti di
ebollizione e fusione e del loro stato di aggregazione, sono presenti in forma di gas,
liquido o solido.
Questa famiglia di composti tuttavia, ad eccezione del metano e dei suoi simili, può
subire trasformazioni in atmosfera, per effetto della luce solare, e dar luogo a sostanze
intermedie, denominate ossidanti fotochimici (perossidi, perossidi nitrati,
nitroaromatici, ecc.), che entrano nel ciclo di formazione dello smog fotochimico.
Nell'atmosfera
delle città sono stati identificati oltre 60 idrocarburi; il loro numero tuttavia è più
elevato, dato che molti sono difficilmente identificabili.
Gli idrocarburi determinati
dagli analizzatori delle centraline di monitoraggio sono chiamati "idrocarburi non
metanici". Tale termine è improprio e dovrebbe essere sostituito dal più corretto
"idrocarburi eccetto il metano". L'esclusione del metano quale tracciante per
l'inquinamento atmosferico deriva da una serie di considerazioni: in primo luogo il metano
è presente in quantità di gran lunga superiori agli altri idrocarburi (normalmente circa
10 volte il totale, con eccezione per il caso Prato, in cui il rapporto e di circa 3:1)
per cui, di fatto, renderebbe poco significativa la determinazione di quest'ultimi; il
metano si forma in tutti i processi di fermentazione anaerobica e può quindi derivare,
nei centri abitati dalle fosse settiche, in campagna dalle concimaie, nelle discariche a
cielo aperto, etc.; infine il metano non è tossico e non partecipa, in quanto
fotochimicamente inerte, ai cicli di reazioni radicaliche in cui sono coinvolti gli altri
idrocarburi nei fenomeni di formazione dello smog fotochimico.
Alcuni idrocarburi sono dotati di elevata tossicità e sono pertanto oggetto di campagne
di monitoraggio finalizzate. Tra questi sono da considerare in particolare gli idrocarburi
aromatici , BENZENE e derivati presenti nelle benzine, i policiclici quali
benzopirene e IPA. Un certo interesse ambientale assumono anche le DIOSSINE, di
provenienza da industrie chimiche elettroniche ed elettriche e da incenerimento di rifiuti
urbani, e i clorofluorocarburi (CFC), inerti nella troposfera, ma estremamente
reattivi nell'ozonosfera, dove contribuiscono in maniera determinante alla formazione del
"buco dell'ozono".
Gli idrocarburi vengono di norma determinati come miscela totale a causa delle ridotte
concentrazioni delle singole e numerose specie presenti. Oltre a problemi legati ad una
tossicità intrinseca di alcune di queste specie, gli idrocarburi assumono importanza in
quanto interferiscono nel ciclo di formazione/distruzione dell'ozono nella troposfera.
Gli idrocarburi presenti nell'aria derivano principalmente
da processi di evaporazione dai punti di lavorazione e dalla combustione incompleta del carbone e dei combustibili liquidi, dalla
combustione dei rifiuti e dalla lavorazione del petrolio , per trasporto nel flusso aeriforme di
prodotti presenti in origine, o derivanti da riarrangiamenti o frammentazioni molecolari,
o da parziale ossidazione ( oltre agli
autoveicoli, sono fonti di emissione anche gli impianti di combustione, le industrie
petrolchimiche i depositi ed i distributori di carburante); derivano inoltre da processi biologici naturali.Nelle aree urbane le principali
sorgenti di idrocarburi sono i gas di scarico degli autoveicoli, in particolare i motori a
benzina e diesel.
Lo sviluppo di idrocarburi da processi di combustione è correlato alle caratteristiche
del combustibile stesso. Mentre il metano brucia tendenzialmente in maniera quantitativa,
con l'aumento del peso molecolare degli idrocarburi e andando verso le miscele più dense
(GPL--->benzina--->gasolio--->ATZ e BTZ), si ha maggiore probabilità di rilascio
di incombusti, nonché maggiore formazione di prodotti di riarrangiamento o di ossidazione
parziale. Il traffico veicolare produce idrocarburi di vario tipo in relazione al
carburante utilizzato. Per i veicoli a benzina le marmitte catalitiche si dimostrano
efficaci nell'abbattimento di questi inquinanti.
Altri idrocarburi, di varia origine, sono dovuti alle
emissioni di solventi ad uso industriale o di altri prodotti riconducibili a cicli
produttivi. Tipici dell'area tessile sono gli alchilbenzeni, utilizzati come oleanti di
filatura ed immessi in atmosfera nei processi di asciugatura dei tessuti. Piccole
quantità di idrocarburi, diversi dal metano, possono svilupparsi anche in processi
fermentativi da specie vegetali o da fenomeni di putrefazione (processi che hanno
originato del resto tutti i combustibili fossili) ed avere quindi origine naturale.
3) EFFETTI SULL'UOMO E SULL'AMBIENTE
Gli effetti sulla salute sono molto
diversificati, a causa dell'ampia gamma dei componenti degli idrocarburi non metanici.
Alcuni di questi composti, il benzene e gli IPA, sono stati studiati con particolare
attenzione in quanto sono presenti nelle aree urbane, dove si concentra il traffico
veicolare, ed hanno sicuramente effetti nocivi sull'uomo.
I VEGETALI: la diminuzione dello strato di ozono ad opera di CFC (Clorofluorocarburi),
comporta un aumento delle radiazioni UVche danneggiano il rendimento di alcune culture,
come quella del mais.
L'UOMO: gli idrocarburi con funzioni carboniliche presenti nell'aria provocano:
irritazione agli occhi, ai rivestimenti cutanei ed alle prime vie respiratorie. Gli
idrocarburu clorurati leggeri, in concentrazioni elevate possono essere tossici. Gli
idrocarburi polinucleari e il benzene sono i più pericolosi poichè sono cancerogeni.Il
benzene ed alcuni IPA, sono cancerogeni per l'uomo (O.M.S.) ed è quindi difficile,
come per altre sostanze aventi medesimi effetti, stabilire una soglia sotto la quale non
si hanno effetti sulla salute. Il benzene penetra nell'organismo soprattutto per
inalazione ed è assorbito nel sangue in percentuale tra il 28 e 50% della quantità
inalata; numerosi studi su lavoratori esposti a benzene hanno dimostrato aumento di
incidenza di leucemia.
Gli IPA sono veicolati nell'albero respiratorio dalle particelle sospese e, con quelle di
diametro intorno a 1 micron, raggiungono direttamente gli alveoli polmonari. Il contatto
diretto e prolungato con gli alveoli facilita l'azione cancerogena, eventualmente
potenziata dalla presenza di piombo che abbatte le difese organiche. Sono noti gli effetti
cancerogeni sull'apparato respiratorio, meno conosciuti quelli sull'apparato digerente,
anche se la quantità di IPA ingerita con gli alimenti (in cui sono presenti) è molto
probabilmente assai maggiore di quella inalata. Gli studi epidemiologici condotti sul
lavoratori esposti hanno chiaramente messo in evidenza il ruolo della inalazione di IPA
nello sviluppo del cancro del polmone.
I clorofluorocarburi danno effetti collaterali quali tumori alla pelle.
L'AMBIENTE: i Clorofluorocarburi sono dannosi
all'ambiente in quanto si accumulano nella stratosfera, dannegiando la fascia di ozono.
Preoccupazioni destano anche i derivati ossigenati degli idrocarburi, i quali, oltre ad
avere tossicità spesso più elevata dei prodotti di partenza, possono determinare effetti
dannosi sulle piante e sui materiali.
Gli idrocarburi sono dannosi in presenza di NOx e O3 in quanto responsabili dello smog
fotochimico, sono aggressivi per i manufatti organici (materie plastiche e gomme),
contribuiscono a sporcare le superfici dei materiali favorendone la degradazione.
Valori stabiliti dalla normativa
italiana : il D.P.C.M. 28/3/1983 individua un
valore di 200 µg/m3 come "concentrazione media di tre ore consecutive da
specificarsi secondo le zone" che deve essere adottato "soltanto nelle zone e
nei periodi dell'anno nei quali si siano verificati superamenti significativi dello
standard di qualità dell'aria per l'ozono"
Il D.M. 15/4/1994 indica, tra gli inquinanti "critici" da misurare, il
benzene, per il quale verrà individuato un limite da non superare dopo un periodo di
rilevamento sperimentale e dopo la definizione delle metodiche analitiche.
Limitazione dell'inquinante: 10 mg/m3