PRINCIPI
TEORICI
La spettrofotometria UV/Visibile si
basa sullassorbimento selettivo da parte di molecole, delle radiazioni con lunghezza
donda compresa fra 10nm e 780nm. Tale gamma spettrale si può suddividere in 3
regioni:
- UV lontano ( 10-200nm)
- UV vicino (200-380nm)
- Visibile (380-780nm)
Questo tipo di assorbimento comporta leccitazione degli elettroni di valenza, la quale richiede energie tanto più elevate quanto più grande è la distanza fra il livello elettronico di partenza e di arrivo delle transizioni. Tale fenomeno lo si può sfruttare a fini analitici, irraggiando il campione in esame con una radiazione, a lunghezza donda conosciuta, di intensità fittizia (I); rilevando poi lintensità della radiazione emergente (I-x) si definisce trasmittanza la grandezza
T= (I-x) / I
Ricordando che ogni singola
sostanza da analizzare assorbe ad una lunghezza donda specifica, la legge che
descrive questo tipo di assorbimento, è la legge di Lambert-Beer, la quale è applicabile
soltanto nel caso di radiazioni monocromatiche. La sua formulazione è:
A= a·b·C dove: A= assorbanza (log1/T),a=
coefficiente di estinzione (molare se la concentrazione viene espressa in mol/l),b=
spessore della cella, C= concentrazione della specie in esame.
Lo strumento da noi utilizzato è uno spettrofotometro UV/Visibile Perkin-Elmen Lambda5 a
doppio raggio.
Lo SCHEMA dello strumento è il seguente:
LEGENDA |
||
1 - specchio mobile |
SORGENTE | |
2 - elemento disperdente | MONOCROMATORE | |
3 - filtro ottico | ||
4 - chopper | COMPARTO CELLE | |
5 - campione | ||
6 - bianco | ||
7 - sistema riallineamento | ||
8 - fototubo | RIVELATORE | |
9 - SISTEMA DI ELABORAZIONE DATI |
SORGENTE
La sorgente è costituita da una lampada, la quale
deve emettere una radiazione più possibile costante e riproducibile. Per emissioni nella
regione del visibile si usano lampade a filamento di tungsteno che coprono un intervallo
di lunghezze donda compreso fra 930 e 330nm; la temperatura di lavoro è di circa
3000 K e naturalmente lintensità della radiazione luminosa dipende dal voltaggio
applicato, secondo la relazione I=V4. Per lavorare nella regione UV si usano
invece lampade al deuterio (un isotopo dellidrogeno) le quali emettono in modo
continuo al di sotto dei 400 nm; il bulbo della lampada è infatti riempito di questo
isotopo che viene eccitato tramite scarica elettrica, D2 + E
= D2*; ritornando allo stato fondamentale, lelettrone emette
una radiazione di energia uguale ad hn : D2* = D2+
hn .
Questo fascio luminoso viene poi diretto verso uno specchio mobile che lo
riflette verso il monocromatore.
SCHEMA
MONOCROMATORE
Il monocromatore è costituito da due parti: un
elemento disperdente e un filtro ottico. Questo strumento riesce a scomporre la radiazione
policromatica emessa, in bande monocromatiche.
La qualità di tale strumento dipende da due parametri: lampiezza della banda
passante ( responsabile della scelta di una particolare radiazione) e il potere
risolvente (la capacità di separare fra di loro più lunghezze donda). Come nel
caso del monocromatore di cui è fornito il nostro apparecchio, vengono spesso usati
sistemi a riflessione che garantiscono un recupero energetico di circa 80% sulla
radiazione policromatica incidente; in questi dispositivi lelemento disperdente è
costituito da un piano caratterizzato da solchi con un particolare angolo di taglio
(angolo di Blaze), e vi sono due tipologie di reticoli: echelle (la riflessione avviene
sul lato più lungo) o echellette (la riflessione avviene sul lato più corto). Come in
tutti i monocromatori, la radiazione policromatica viene divisa in tanti raggi i quali
possono dare un interferenza costruttiva (quando la differenza di cammino ottico è uguale
ad un numero intero di lunghezze donda e cioè ky=d(senA-senB)) o distruttiva in
tutti gli altri casi.
E' importante ricordare che ogni elemento disperdente a riflessione funziona in maniera
ottimale ad una particolare lunghezza donda, chiamata l di Blaze, dove cioè langolo
di riflessione e langolo di diffrazione coincidono dando luogo ad una radiazione
monocromatica ad elevata intensità.
SCHEMA
COMPARTO
CELLE
Questa sezione dello spettrofotometro è quella dove
il raggio incidente viene sdoppiato con un chopper, in due radiazioni di uguale intensità
e diretto rispettivamente verso il campione e verso il bianco. Questa modalità a doppio
raggio permette di eliminare i problemi dovuti alla non costante emissione della lampada;
infatti si riesce con tale artificio a rilevare un assorbimento in maniera relativa
facendo un rapporto bianco/campione.
Le soluzioni da analizzare vengono poste in celle (di larghezza circa uguale ad 1cm) di
materiale diverso a seconda che si lavori con radiazioni di lunghezza donda compresa
nella regione UV o visibile, si usano rispettivamente cuvette rettangolari di quarzo o
vetro.
SCHEMA
RIVELATORE
I più comuni rivelatori sono: celle fotovoltaiche,
fotodiodi, fototubi, i fotomoltiplicatori.
Nel caso dei primi due tipi si riesce a trasformare la radiazione luminosa in segnale
elettrico, grazie a caratteristiche dei conduttori, nei quali gli elettroni sottoposti a
radiazione luminosa passano dagli orbitali di legame (banda di valenza) a quelli di
antilegame (banda di conduzione). Nei primi due modelli, abbastanza simili, la radiazione
colpisce un semiconduttore, rivestito da due lamine di metallo, e produce un segnale di
corrente misurato da un galvanometro; lunica grossa differenza consiste
nellapplicazione, nelle celle fotoconduttive, di un generatore che permette quindi
una misura relativa della corrente (prima e dopo che la radiazione ha colpito il
semiconduttore).
Nei fototubi e nei fotomoltiplicatori si sfrutta l'effetto fotoelettrico grazie al quale
un metallo è ionizzato da una radiazione di opportuna energia. I fotomoltiplicatori hanno
una elevata sensibilità e sono in grado di ampliare il segnale prodotto dalla radiazione
che colpisce la griglia di metallo, grazie ad una disposizione in serie di anodi a
potenziale crescente dallalto verso il basso. Si ottiene così un effetto a cascata
che amplifica il segnale di 106 rispetto a quello che si ottiene dai fototubi.
Per tutti i detector esiste una relazione di proporzionalità fra lintensità di
corrente generata e quella della radiazione incidente.
SCHEMA
SISTEMA
DI ELABORAZIONE DATI
Questa sezione dello strumento serve alla
rielaborazione e alla presentazione dei dati ottenuti. Solitamente sono presenti
microprocessori in grado di dare il risultato direttamente in assorbanza e di scegliere
fra varie modalità di gestione dello spettrofotometro, quali: il tipo di lampada, la
banda passante del monocromatore, la risoluzione, il tempo di risposta, il rapporto
segnale-rumore etc.
ANALISI
Le nostre analisi
spettrofotometriche sono state finalizzate alla ricerca di anioni nelle acque piovane;
più precisamente abbiamo determinato: ammonio, nitrati, nitriti, solfati e cloruri.
SCHEMA INIZIO