L'acqua e il concime
 
 
IRRIGAZIONE
Per quanto riguarda la disponibilità idrica, possiamo dire che circa il 90% della olivocoltura mondiale è situata nell'ambiente mediterraneo. Quest'area si caratterizza per una piovosità media annua spesso inferiore a 400 mm, per un periodo autunno-inverno durante il quale gli oliveti ricevono circa il 70% dell'acqua e per un'estate estremamente asciutta, per cui, in genere, il "deficit" idrico rappresenta uno dei principali fattori ambientali che limitano la produttività.
L'olivo è in grado di sopravvivere anche in ambienti aridi, tuttavia in particolari momenti del suo ciclo vegetativo è importante che disponga di un apporto idrico sufficiente
, soprattutto in primavera (fioritura e allegagione) e in estate (ingrossamento del frutto e indurimento del nocciolo).
 
L'olivo evidenzia una pronta risposta, in termini produttivi, ad apporti di acqua anche modesti soprattutto se distribuiti in coincidenza di precisi momenti: fase iniziale di accrescimento del frutto, indurimento del nocciolo e fase di distensione cellulare del mesocarpo. È facile infatti osservare come nei giovani oliveti, l'irrigazione predisponga le piante ad un più rapido sviluppo, ad una più precoce entrata in produzione, a formare germogli più lunghi che garantiscono una maggiore presenza di gemme e di fiori perfetti per una entità di superficie, ed a migliorare l'entità di allegagione.
Durante le fasi della crescita estiva, con sviluppo dei frutticini, l'indurimento del nocciolo e la crescita dei frutti fino all'invaiatura, un'elevata carenza d'acqua provoca caduta dei frutti, o li rende più piccoli e ne diminuisce il contenuto d'olio. Inoltre le olive sono più esposte ai danni provocati da condizioni climatiche avverse, da malattie e parassiti, con la compromissione del raccolto.
La somministrazione di acqua, intesa come irrigazione di soccorso, ha effetti positivi anche quando l'età degli olivi è elevata (70 anni). L'acqua agisce sia sulla dimensione e produzione dei frutti che sulla quantità di olio. Viceversa, carenze idriche si traducono in una accentuata cascola, spesso preceduta da caratteristici fenomeni di avvizzimento ed imbrunimento dei frutti ed accompagnata da una riduzione nell'assimilazione del potassio. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che, con una buona irrigazione, unita ad una razionale concimazione, l'olivo può produrre tutti gli anni anzichè ad anni alterni come è sempre stato; non bisogna neppure dimenticare che l'acqua, sia pure in piccola quantità, apporta nuovi sali minerali al terreno.I sistemi tradizionali (a conche, per infiltrazione da solchi e a scorrimento) sfruttano le pendenze del terreno per irrigare. Sistemi più moderni sono quelli che permettono di irrigare punti prossimi alla pianta con distribuzione a goccia, tramite tubature con erogatori di piccole portate d'acqua (da 2 a 10 litri all'ora) con un buon risparmio; è preferibile comunque interrompere la fornitura di acqua nelle ore più calde.
 
CONCIMAZIONE
 
Con la pratica della concimazione si intende conservare la naturale fertilità del terreno restituendo quanto è stato asportato dalle colture durante il processo produttivo. La nutrizione di una pianta dipende dalla capacità di assimilare gli elementi presenti in soluzione nel suolo (molto importante per l'olivo è l'azione dell'azoto, del fosforo e del potassio, in quantità in rapporto ottimali 3/1/2). Si può infine osservare che, anche per l'olivo, la concimazione permette di conservare e migliorare la capacità produttiva della pianta, inoltre permette la produzione ogni anno, invece che ad anni alterni come di consueto.
 

La concimazione primaverile fornisce all'olivo le sostanze ed i minerali necessari al processo di germogliazione rettificando il rapporto di quelli contenuti nel terreno o integrandoli se presenti in quantità insufficiente. E' stato stimato che 1 quintale di olive asporta mediamente dal suolo 900 g. di azoto, 200 g. di anidride fosforica e 100 g. di potassio. Epoca, qualità e quantità del concime dipendono dal terreno, dall'esposizione e da molte altre variabili.
Antico e positivo è l'uso dei concimi organici (letame, sovescio di leguminose ecc.) che possono fornire azoto, fosforo, potassio e molti altri microelementi, migliorando contemporaneamente le proprietà fisiche del suolo, la permeabilità, ecc.; i concimi chimici più usati sono perfosfato, solfato ammonico e urea.
ELEMENTI CALENDARIO DI CONCIMAZIONE
AZOTO
L'azoto si ripercuote direttamente sullo sviluppo della pianta e sulla capacità produttiva. Concimazioni ricche di azoto esaltano la crescita vegetativa della pianta, aumentando la percentuale di gemme differenziate e a fiore e l'allegagione e ritardano la maturazione dei frutti. Nello stesso tempo contribuiscono ad allungare il ciclo vegetativo stagionale ed a rendere i tessuti più "succulenti", ma gli eccessi di tale nutriente riducono la consistenza della polpa della drupa rendendola più recettiva alle malattie
FOSFORO
Il fosforo, invece, interviene nella divisione cellulare e nello sviluppo dei tessuti meristematici; favorisce la crescita della radici ed anticipa la maturazione dei frutti.
POTASSIO
Il potassio riveste un ruolo determinante per la maturazione delle olive ed inoltre favorisce la formazione di pareti cellulari più solide.
BORO
La carenza di boro: nei terreni calcarei questo microelemento può essere reso indispensabile per le piante Determinando riduzioni di produzione talora anche gravi. La borocarenza o leptonecrosi è un'alterazione che si manifesta sulla vegetazione ed è dovuta alla insufficienza o alla mancanza di boro nella pianta (elemento secondario ma indispensabile per le colture).
Fin dal mese di maggio, sui rami esposti esteriormente della chioma, si manifestano degli apici con vegetazione a fastella, internodi corti, foglie irregolari, biforcute od arcuate, allegagione ridotta e produzione scarsa. Nel periodo estivo, anche a causa della siccità, i sintomi si aggravano (la siccità del terreno provoca la mancanza dell'assorbimento del boro); molti rametti cominciano a perdere le foglie e si disseccano cominciando dall'estremità, mentre i rami di 2-3 o più anni cominciano ad imbrunire a causa della morte delle cellule.
Cura: in genere nei terreni il boro è sufficiente per le esigenze nutritive dell'olivo, ma talvolta è necessario aggiungere del boro e lo si può fare nei seguenti modi: - al terreno: ogni 2-3 anni, ma con effetto piuttosto lento, in febbraio- marzo, usando borato sodico (Borax,ecc.) interrandolo con i concimi chimici ed al letame ad una profondità di 10-15cm. - sulla vegetazione: per due volte all'anno (una prima la fioritura ed una dopo) usando prodotti a base di boro solubili in acqua (Boro 10, Solubor, ecc). Nei casi di grave borocarenza, sarà necessario distribuire il microelemento carente sia sul terreno sia sulla chioma intervenendo sulle foglie.