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Alcune frodi
comuni
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a) extravergini non puri, contenenti oli raffinati,
di oliva e di semi; oli di sansa decerati a freddo con acetone; b) oli con parametri analitici non conformi alla classificazione; c) oli di semi ( anche geneticamente modificati) commercializzati come oli di oliva; d) miscelazione di oli di oliva con oli esterificati (dichiarati non commestibili); e) miscelazione di oli di semi con olio fortemente colorato ("verdone") |
Alcuni esempi clamorosi |
- L'Italia nel 2001 ha importato, da paesi come Spagna, Grecia,
Turchia e Tunisia, circa 450.000 tonnellate d'olio, non solo extravergine
ma anche normale olio d'oliva o olio "lampante"; una parte va a finire all'interno
di bottiglie che non sempre ne dichiarano la presenza e la tipologia: grazie
ad un'etichettatura non proprio rigorosa, viene dichiarato un contenuto
di olio extravergine rigorosamente nostrano! Comunque non è illecito, perché
la normativa vigente non richiede di specificare la provenienza dell'olio
sull'etichetta: il regolamento comunitario 1019/2002 dispone infatti
che l'indicazione di provenienza è facoltativa, quindi se manca, si tratta
quasi sicuramente di olio estero, eventualmente miscelato con olio italiano
in percentuale inferiore al 75 per cento. Se invece la percentuale di olio
italiano raggiunge il 75 per cento, allora l'etichetta può segnalarne la
prevalenza, sempre che il restante olio provenga da un paese della Ue. - Per ciò che concerne l'utilizzo dell'olio d'oliva e dell'olio "lampante" importato, capita spesso che, attraverso semplici tecniche termiche e fisiche in grado di provocare rilevanti modificazioni chimiche, questi prodotti vengano deodorati, mescolati con extravergine italiano, etichettati e posti anch'essi in commercio come "olio d'oliva italiano": hanno però una composizione chimico fisica piuttosto diversa rispetto all'extravergine. - Un olio che nasce difettato, ossia con parametri fuori norma, può essere ripulito, deodorato, miscelato e immesso sul mercato come extravergine e la stessa cosa può dirsi delle miscele a base di olio di nocciola; la composizione chimica ed organolettica di questo olio è molto simile infatti a quella dell'olio d'oliva e ciò lo rende particolarmente adatto alla sofisticazione. - Un altro problema è quello della "triangolazione": un carico d' olio parte da un paese qualsiasi, comunitario o extracomunitario; se durante il viaggio non subisce controlli di sorta, quando giunge in Italia può trasformarsi facilmente non solo in olio extravergine, ma addirittura in extravergine nostrano. Basta eliminare i documenti di viaggio. Esistono sistemi di analisi in grado di individuare eventuali sofisticazioni, ma bisogna ricorrere ai laboratori privati: attualmente i sistemi di controllo ufficiali, ossia riconosciuti dalla Comunità Europea, non riescono ad individuare tutte le sofisticazioni perchè sono obsoleti e inefficienti. (Da intervista con N. Ruggiero - Unaprol e da La Repubblica Salute 14/11/02) |
SOSTANZE NATURALI PRESENTI NEGLI OLI
e FRODI |
CARATTERISTICHE
DEGLI AC.GRASSI NATURALI PRESENTI NEI TRIGLICERIDI: 1) numero pari di atomi di C (C14 C16 C18...): un numero dispari è indice di sofisticazione; 2) doppi legami non coniugati nei poliinsaturi; es: R-CH=CH-CH2-CH=CH-R'; la presenza di legami coniugati è indice di processo di rettifica (deacidificazione decolorazione deodorazione...); 3) isomeria CIS e non trans del doppio legame: la presenza di isomeria TRANS è indice di processo di rettifica (deacidificazione decolorazione deodorazione...); 4) gli ac.grassi insaturi occupano di preferenza la posizione 2 della molecola del glicerolo: la presenza di saturi in posizione 2 è indice di taglio con prodotti esterificati sintetici. SOSTANZE CARATTERISTICHE DI OLI NATURALI: composizione tipica in beta-sitosterolo stigmasterolo campesterolo brassicasterolo, e anche colesterolo (steroli). |
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metodi analitici
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spettrofotometria U.V.: |
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analisi gascromatografica degli acidi grassi (come
esteri metilici): tipi, quantità, isomeri trans. |
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analisi gascromatografica della frazione insaponificabile:
steroli / eritrodiolo/ alcoli alifatici; |
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analisi enzimatica (metodo lipasi pancreatica) per quantificare gli ac.grassi saturi che esterificano in posizione 2 (ac.palmitico); |
![]() Nell'olio vergine proviene dalla sola spremitura, i doppi legami degli acidi grassi insaturi sono in posizioni particolari e non sono mai vicini, cioè esiste sempre un CH2 in mezzo, non ci sono doppi legami contigui; ma se si effettua un processo di raffinazione si lasciano tracce caratteristiche: la soda impiegata per deacidificare l'olio agisce sulla struttura dell'acido grasso, provocando lo slittamento dei doppi legami. Non aumenta il numero dei doppi legami, ma il 9 - 12 diventa 9 - 11 o 10 - 12. Il 9 - 12 - 15 diventa 9 - 11 - 14 o 10 - 12 - 14. Nella decolorazione su terre attive di oli lampanti perossidati si ha la formazione di trieni coniugati e la formazione di composti chetonici (assorbimento con tre massimi a K270). Questo slittamento comporta un assorbimento caratteristico all'ultravioletto: l'U.V. K270 presenta un picco in presenza di olio rettificato (olio di sansa e semi) per la presenza di dieni formatisi per slittamento; sono gli acidi linoleico e linolenico utili al fine di distinguere l'olio vergine da quello raffinato, perchè hanno rispettivamente 2 e 3 doppi legami. |
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Nel caso di un olio di oliva proveniente
dalla estrazione con esano delle sanse,
più energica della spremitura, si sciolgono nel solvente le cere
(monoesteri di un acido grasso e di un alcool a lunga catena) che rivestono
le bucce delle olive, e queste restano nell'olio. Ci sono analisi che
evidenziano la presenza di cere. |
![]() Con particolari colonne capillari si può ottenere un cromatogramma dove si distingue il picco caratteristico dell'acido elaidinico, dopo quello oleico, indice di olio ottenuto non da pressione ma proveniente da esterificati, da oli rettificati, da oli di sansa rettificati. ![]() |