SCARICHI INDUSTRIA CARTARIA
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A causa dell'incidenza dei costi delle materie prime, da tempo l'industria cartaria ha imboccato la via della ottimizzazione delle risorse energia ed acqua. Per l'energia il cartario è tra i settori del comparto manifatturiero a più elevata intensità energetica. Dall'inizio degli anni '70 a oggi il consumo specifico di energia è sceso del 40%, mentre la quantità di acqua utilizzata dalle cartiere italiane dall'inizio di questo decennio si è ridotta di oltre il 50%, rispetto a dieci anni prima (l'acqua è indispensabile per produrre la pasta di carta che servirà per produrre carta).
In ogni cartiera la gestione della risorsa acqua deve tener conto del fatto che più acqua si immetterà nel sistema, più aumenterà l'investimento necessario per gli impianti di depurazione, spesa strettamente proporzionale ai volumi da trattare; cresceranno di conseguenza i loro costi di esercizio e i relativi consumi di energia; aumenterà, inoltre, la quantità di materia prima pregiata (fibre cellulosiche sia vergini sia secondarie) che, convogliata nell'acqua, tenderà a “sfuggire” dal sistema.
Per questo è stata rivolta una grande attenzione alla razionalizzazione dei consumi dell'acqua con un notevole sviluppo del riciclo delle acque di processo reso possibile dal miglioramento tecnico degli impianti e dalla introduzione di nuovi prodotti di supporto; ciò ha portato come conseguenza ad una sensibile riduzione nei consumi d'acqua.
Così facendo si sono ottenuti i seguenti vantaggi:
riutilizzo di acque con appropriate caratteristiche nei punti opportuni (riutilizzo delle acque provenienti dalle coclee addensatrici nella preparazione impasti ecc.);
minori quantità di acqua da trattare per procedere al recupero di fibre;
• notevole risparmio energetico in virtù delle minori dimensioni delle apparecchiature e delle minori energie necessarie (per tonnellata di carta prodotta ridotto il consumo specifico di acqua intorno a 40-50 metri cubi);
Il consumo di acqua ha, come conseguenza, lo scarico a valle del processo di un'elevata quantità di reflui liquidi contenenti particelle cellulosiche sospese, sostanze che assorbono ossigeno dall'acqua (BOD e COD) e sostanze organiche clorate (AOX).
Tutti e tre i tipi di emissioni sono stati drasticamente ridotti attraverso impianti di trattamento meccanico e biologico e cambiando il processo di produzione delle paste, nonché mediante la realizzazione di impianti per il riciclo continuo dell'acqua nel processo produttivo attraverso interventi di purificazione della stessa.
Lo schema tipico di un impianto di depurazione per acque reflue è molto simile alla classica architettura di un impianto per il trattamento delle normali acque reflue fognarie. Da sottolineare l’utilizzo di biodischi nella fase di ossidazione biologica al posto della vasca a fanghi attivi, che apporta diversi vantaggi.
Il trattamento biologico con biodischi, specialmente nel trattamento dei reflui di cartiera, consente vantaggi quali:
- bassi consumi energetici (circa 40% in meno rispetto ad un impianto a fanghi attivi);
- minimo impegno da parte del personale di gestione;
- nessun problema di “bulking”;
- bassissimi livelli di rumore;
- nessun problema di odori e/o aerosol;
- minimo impatto ambientale (ogni biodisco è dotato di copertura).
Per poter efficacemente riutilizzare le acque di processo, è necessario sottoporle ad una fase di filtrazione a valle della chiarificazione finale.
La filtrazione in letto di sabbia è usata frequentemente ed è un metodo molto valido per rimuovere i solidi in sospensione dall'acqua.Similmente
Si opera poi la filtrazione dei fanghi con nastropressa. I fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue di cartiera sono caratterizzati da un contenuto in sostanze organiche di circa il 20% del peso secco e da un potere calorifico che si attesta attorno a 2000 kcal•kg-1. Un semplice essiccamento a 100 °C produce, generalmente, una perdita di peso superiore al 50%. La componente inorganica è data principalmente da SiO2, Al2O3 e, in taluni casi, MgO e CaO; c'è la possibilità di riuso dei fanghi di cartiera nell’edilizia.
       
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