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IL
PRIMO SOCCORSO AI BAMBINI e
non solo a loro!
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FILM cadute e traumi in casa' da
www.sicurinsieme.it
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... INDICE del MANUALE: |
annotazioni
e "crediti"
in fondo pagina |
CONTUSIONE |
E' la
conseguenza di un trauma diretto su un distretto del corpo umano. Il traumatismo
può avere conseguenze diverse, più o meno importanti, a seconda del distretto
colpito e della cinetica dellevento. Le contusioni sono di solito
infrequenti nei neonati e nei lattanti (salvo il trauma cranico) per la
loro limitazione nei movimenti; diventano sempre più frequenti in età pediatrica,
soprattutto quando il bambino comincia a praticare attività sportive e ad
interagire con mezzi ausiliari (vedi bicicletta). Sintomi: Dolore immediato e localizzato; Tumefazione localizzata. In caso di forti traumatismi ed a seconda del distretto colpito si può arrivare a: Dolore al movimento; Ematomi. Cosa fare: Riposo immediato;Ghiaccio localmente, ad intervalli e mai direttamente sulla cute (interporre una pezzuola per evitare ustioni da freddo);Analgesici al bisogno (fino ai 6 anni di età è consigliabile luso della sola tachipirina, in ogni caso far capo al proprio pediatra).Applicazione di pomate tipo Lasonil o Reparil solo dopo almeno un paio di giorni dal trauma e solo se compare lematoma (tali pomate sono degli antiaggreganti e servono per far riassorbire gli ematomi, se applicate immediatamente ne favoriscono la comparsa!).Recarsi in un Pronto Soccorso se il bambino presenta forte dolore non regredibile, abbondante tumefazione o deformazione del segmento. In questi casi ci può essere un sospetto di frattura e, quindi, può essere necessaria unindagine radiografica. Cosa non fare: Applicazioni calde; Applicazioni di pomate immediatamente; Massaggiare la parte colpita; Applicare bendaggi stretti o compressivi. |
CONVULSIONI FEBBRILI |
In alcune
situazioni, le malattie dei bambini scatenano un elevato innalzamento della
temperatura durevole nel tempo, questa condizione di sofferenza può scatenare
le cosiddette "Convulsioni". Le convulsioni sono una serie di
movimenti involontari, disorganizzati e frequenti con contrazioni e distensioni
ripetute della muscolatura (tonia e clonia), associate a perdita di coscienza.
Le malattie che - con maggiore frequenza - possono scatenare crisi convulsive,
a causa delle alte temperature, sono: le infezioni catarrali delle alte
vie respiratorie, il morbillo, ma anche le malattie intestinali o le otiti.
Generalmente, il primo attacco si manifesta tra i 12 mesi ed i 3 anni, il
fatto che si verifichi prima o dopo questo periodo - in cui i tessuti cerebrali
del bimbo sono in formazione - complica le cose. Statisticamente il 4% dei
bambini sotto i 5 anni ha sofferto di uno o più episodi convulsivi, i maschi
in misura doppia. Danno inoltre predisposizione una certa familiarità ed
eventuali pregresse lesioni cerebrali (asfissie durante il parto, traumi
cranici gravi
). Nel 5% dei bambini che hanno avuto crisi convulsive
si sviluppa in seguito l'epilessia vera e propria. Sintomi: Febbre molto alta: 40°C (iperpiressia), con tutte le manifestazioni associate. Attacco convulsivo tonico-clonico con perdita di coscienza. Possibile momentanea asfissia con cianosi per contrazione dei muscoli respiratori. Durata della crisi di circa 15 minuti. Successivamente, passata la crisi, sonno e stanchezza. Cosa fare: Innanzitutto prevenire la crisi evitando che la temperatura salga e si mantenga su valori rischiosi. Monitorare frequentemente la febbre ed all'occorrenza eseguire spugnature umide da tiepide fino a fredde e somministrare antipiretici. Trasportare sempre e celermente in ospedale, meglio se con un reparto di pediatria. Tenere leggermente iperestesa la testa per garantire la pervietà delle vie aeree. Evitare che il bimbo durante i movimenti incontrollati possa farsi male, ma senza contenerlo di forza. Onde evitare che le convulsioni prolungandosi creino danni cerebrali, sarebbe consigliabile, prima del trasporto, somministrare degli anticonvulsivanti, sempre secondo il parere del medico. Somministrare antipiretici e tenere il bambino spugnato fino all'arrivo in ospedale per cercare di abbassare la temperatura. In casi "logisticamente" particolari, valutare la possibilità di chiamare la guardia medica o di allertare il 118 N.B. L'anticonvulsivante per antonomasia è il Diazepam (Valium). Per i bambini si trova in commercio un preparato pronto per la somministrazione per via rettale (via preferenziale in corso di convulsioni perché meglio accessibile rispetto a quella orale e di veloce assorbimento). Questo preparato (si chiama MICRONOAN) dovrebbe essere tenuto in casa, pronto ad ogni evenienza, dai genitori di bambini che hanno già avuto crisi convulsive. Sentendo il parere del proprio pediatra, potrebbe essere utile che tutti i genitori lo tenessero, in caso di improvviso bisogno, nel proprio armadietto dei farmaci. Cosa non fare: Farsi prendere dal panico, la risoluzione è complessivamente rapida. Coprirlo ulteriormente per un senso di protezione verso il bimbo. Somministrare altri farmaci senza il parere medico. Non guidare come pazzi mentre ci si dirige in ospedale. |
CRISI D'ASMA |
E' una
situazione in cui si verifica - a livello polmonare - una diffusa ostruzione
bronchiale per la contrazione della muscolatura degli stessi. Tale contrazione
è dovuta all'azione irritante sulle terminazioni nervose di trachea e bronchi
da parte di svariate sostanze. Nei bambini in età prescolare gli agenti
irritanti - maggiormente implicati in questi processi - sono costituiti
da infezioni batteriche o virali; nelle asme allergiche sono implicati agenti
allergizzanti come polveri o pollini o farmaci a cui il bimbo è sensibile.
Altre volte la crisi può essere scatenata da fumo di tabacco o anche dall'inalazione
di aria fredda, per esempio, durante uno sforzo fisico. Chiaramente esistono
bambini predisposti geneticamente ad avere crisi d'asma ed anche ambientalmente
più esposti (inquinamento dell'aria). Sintomi Da una situazione di apparente benessere in un bimbo esposto a particolari situazioni come fioritura, sforzo fisico, o infezione, può verificarsi la cosiddetta crisi asmatica che si manifesta con: Dispnea intensa;Respiro fischiante prevalentemente espiratorio; Tosse secca con scarso espettorato; Spesso rinocongiuntivite (ipersecrezione di muco dal naso, lacrimazione degli occhi ); Pallore, sudorazione e tremore; Nelle crisi più gravi anche cianosi (colorazione scura delle estremità del corpo per scarsa ossigenazione del sangue); Le crisi più leggere possono risolversi spontaneamente dopo mezz'ora o un'ora, mentre le situazioni più gravi richiedono un intervento farmacologico. Cosa fare Se il vostro bimbo, per la prima volta, comincia ad accusare difficoltà respiratoria improvvisa che va aggravandosi, sentite durante le espirazioni dei fischi e la sintomatologia si sovrappone a quella sopra descritta, accompagnatelo immediatamente dal pediatra o meglio in un Pronto Soccorso in modo che venga inquadrato correttamente e curato con aerosolterapia ed ossigeno, e, nei casi più urgenti, con antistaminici e fleboclisi a base di cortisonici e broncodilatatori. La risoluzione è solitamente veloce. Se il vostro bimbo ha già avuto precedentemente delle crisi d'asma e quindi ne conoscete la predisposizione o se soffre effettivamente di asma, è probabile che vi abbiano già prescritto dei broncodilatatori commercialmente venduti sotto forma di "spray" (le cosiddette pompette) da inspirare o degli aerosol da preparare in casa con cortisonici e broncodilatatori. Queste terapie, che generalmente i genitori dei bambini asmatici o soggetti a crisi conoscono bene, sono efficaci se instaurate ai primi sintomi. Se la crisi comincia a farsi severa ed il bimbo mostra grosse difficoltà a respirare, è bene non perdere tempo e ospedalizzarlo. Nei bambini che soffrono di asma allergica è possibile instaurare una terapia risolutiva mediante vaccini iposensibilizzanti da praticare dopo che si sono isolati gli agenti che scatenano la reazione allergica. Cosa non fare Non sottovalutare; Non cominciare terapie "non convenzionali", se la situazione precipita potrebbe essere rischioso per il bambino; Non somministrare farmaci che non siano stati già prescritti dal vostro pediatra per la risoluzione delle crisi asmatiche di vostro figlio. |
DISSENTERIA |
Consiste
nell'emissione di feci molli o liquide in più scariche giornaliere. L'emissione
di feci più o meno liquide è legata ad un aumento del contenuto in acqua
che proviene in parte dalle bevande e dagli alimenti ed in parte dalle secrezioni
ghiandolari di tutto l'apparato digerente (saliva, succhi gastrici, secreti
duodenali
). Escludendo le forme più gravi e fortunatamente rare nel
nostro Paese come quelle legate a tifo, salmonella, colera, amebiasi, ecc.,
le diarree acute sono generalmente legate ad infezioni di tipo virale, che
causano gastroenteriti o tossiche se legate all'assunzione di cibi come
per esempio i funghi. In alcuni casi, si parla di tossinfezione alimentare
quando la diarrea si sviluppa contemporaneamente in più persone che hanno
assunto lo stesso cibo avariato (carni in scatola, gelati, conserve
).
Le diarree virali generalmente si risolvono spontaneamente o con l'aiuto
di una cura farmacologia nel giro di due o tre giorni. Il rischio maggiore
è però legato alla disidratazione, dovuta ad una grossa perdita di liquidi,
soprattutto se la dissenteria - come spesso accade- è associata a febbre
e vomito. Se le scariche sono molto frequenti e dopo 24 ore non accennano
a diminuire, soprattutto nel lattante e nel bambino, ed i liquidi non sono
debitamente reintegrati, si può andare incontro ad un pericoloso squilibrio
idro-elettrolitico che potrebbe richiedere, se trascurato, anche il ricovero
del bimbo in un reparto pediatrico. Cosa fare Nei bambini con meno di un anno di età: Tenere il bimbo a dieta idrica, con somministrazioni frequenti di bevande zuccherate come the, tisane, camomilla, ecc.; Riprendere gradualmente la dieta abituale se la sintomatologia regredisce; Rivolgersi al proprio pediatra o ad un Pronto Soccorso pediatrico se la dissenteria non accenna a diminuire dopo 24 ore, se le feci hanno un aspetto od un colore inconsueto (presenza di sangue, aspetto tipo acqua di riso, eccessivo muco ) o se il bambino comincia a mostrare segni di disidratazione (secchezza della cute e delle mucose, poca urina, pianto senza lacrime, eccessiva sonnolenza o stanchezza o confusione); Mantenere monitorata la temperatura corporea. Nei bambini con più di un anno di età: Dieta idrica il primo giorno (the, camomilla, succhi di frutta, brodo), semiliquida il secondo (minestrina, semolino ), in bianco il terzo (riso in bianco, carni magre lesse o ai ferri,), evitando sempre latte e latticini, grassi animali e sughi fino a completa risoluzione della sintomatologia; Cercare di far bere liquidi proporzionalmente alle perdite; Monitorare la temperatura corporea; Recarsi dal pediatra nel caso in cui la dissenteria non accenni a diminuire dopo 24 ore, per la prescrizione di una eventuale terapia di supporto con fermenti lattici, antispastici o altro e per un controllo delle condizioni generali del bimbo; Recarsi immediatamente dal pediatra o in un Pronto Soccorso pediatrico se le feci hanno un aspetto od un colore inconsueto (presenza di sangue, aspetto tipo acqua di riso, eccessivo muco ) o se il bambino comincia a mostrare segni di disidratazione (secchezza della cute e delle mucose, poca urina, pianto senza lacrime, eccessiva sonnolenza o stanchezza o confusione). |
DISTORSIONE |
E'
la conseguenza di un movimento improvviso e forzato di un'articolazione
che provoca una momentanea perdita dei rapporti tra le ossa della stessa,
con uno stiramento - più o meno grave - delle strutture che la contengono
(muscoli, legamenti, tendini, capsula articolare
). E bene distinguere
la distorsione dalla semplice storta che è una manifestazione più lieve,
senza danni alle strutture articolari, e quindi con sintomatologia nulla
o limitata ad una temporanea dolenzia. Come per le contusioni sono più frequenti
in età pediatrica piuttosto che fra i lattanti o i neonati. Le distorsioni
più frequenti sono quelle di caviglia, polso, dita, ginocchio e del rachide
cervicale negli incidenti stradali. Nei bambini sono comunque poco frequenti,
anche perché le strutture articolari sono ancora in formazione e quindi
elastiche. Sintomi Dolore localizzato ed immediato; Tumefazione locale e progressiva per travasi di liquidi e di sangue; Dolore al movimento o al carico sullarticolazione che comunque resta possibile. Cosa fare: Mettere a riposo assoluto larticolazione, possibilmente in posizione sollevata rispetto al corpo ("arto in scarico"); Applicare ghiaccio od impacchi freddi ad intervalli; E consigliabile la valutazione del pediatra e se la manifestazione è molto importante può essere utile recarsi in un Pronto Soccorso per un indagine radiografica ed una valutazione ortopedica; Analgesici se il dolore è molto forte (Tachipirina od antinfiammatori su prescrizione medica). Cosa non fare: Confezionare bendaggi stretti e compressivi senza avere le giuste conoscenze; Applicare pomate (soprattutto immediatamente dopo il trauma); Massaggiare o far manipolare larticolazione prima di aver escluso la presenza di fratture. |
EPISTASSI |
Emorragia
proveniente dalle narici del naso, il cui sanguinamento può essere più o
meno cospicuo e può avere varie cause. Nei bambini sani è spesso dovuto
ad una fragilità congenita dei capillari che irrorano le mucose delle narici.
Si innesca, generalmente, un'epistassi in concomitanza di un raffreddore
che irrita le mucose: il continuo soffiarsi il naso provoca la rottura del
vaso sanguigno e - quindi - il sanguinamento. Un'altra causa, molto frequente,
é quella traumatica: un pugno od una pallonata sul naso possono causare
la rottura dei capillari, soprattutto se già fragili per il motivo spiegato
sopra. Nell'adulto - oltre a queste cause - si aggiunge frequentemente un
problema di ipertensione arteriosa. Un altro fattore predisponente, ma raro
nei bambini che non hanno patologie rilevanti di fondo, è una coagulazione
con fattori molto bassi: in questi casi, un minimo colpo può provocare un
sanguinamento difficile da tamponare. L'epistassi può essere di due tipi:
anteriore o posteriore. La differenza sta nel fatto che quella anteriore
proviene da una "rottura" capillare nelle narici ed è facilmente
tamponabile, mentre quella posteriore deriva da dietro i turbinati del naso
e la si può tamponare solo in un Pronto Soccorso o dall'otorinolaringoiatra
con un'apposita sonda. Se durante l'epistassi - tenendo la testa dritta
od in posizione neutra - si ha un sanguinamento dal naso si tratta di epistassi
anteriore, se invece il sangue si riversa in gola, si tratta di epistassi
posteriore e - in questo caso - è meglio recarsi in un Pronto Soccorso. Cosa fare: Queste sono le cose da fare sempre, tutto il resto sono miti e luoghi comuni da sfatare: Stringere (pinzare) completamente entrambe le narici con la mano;Tenere la testa leggermente reclinata in avanti;Non deglutire il sangue (può provocare vomito);Applicare acqua fredda o ghiaccio sulla fronte (provoca vasocostrizione);Una volta cessata l'emorragia evitare di soffiare e toccare il naso per qualche ora. Pazientare con questi accorgimenti se con la pressione l'epistassi cessa, di solito nel giro di pochi minuti l'emorragia si ferma. Recarsi in ospedale se l'emorragia si riversa in gola in modo cospicuo senza dare segni di attenuazione o se - ogni volta che si rilasciano le narici - il sanguinamento riparte. In ospedale si provvederà a tamponare con garze grasse o con la sonda nasale a seconda del caso. Se gli episodi di epistassi diventano frequenti, è bene consultare il proprio pediatra o un otorinolaringoiatra per accertare che non ci siano difetti ematici o la presenza di eventuali varici (capillari deboli e dilatati) da causticare. La causticazione è il bruciamento elettrico o chimico con successiva cicatrizzazione di tali varici, pratica fastidiosa ed anche dolorosa ma risolutiva. Cosa non fare: I luoghi più comuni sono: Lasciar sanguinare (perché fa bene);Reclinare indietro la testa (così non scende dal naso, ma va in gola);Applicare il cotone emostatico (come già spiegato per le ferite, il cotone si attacca e secca sulle mucose, per rimuoverlo successivamente bisogna strapparlo e ciò può provocare un nuovo sanguinamento). |
FERITA O ESCORIAZIONE |
E' un'interruzione
traumatica dellintegrità della cute. Le escoriazioni sono un'asportazione
- più o meno estesa - degli strati superficiali della cute dovute allattrito
su unaltra superficie, mentre le ferite sono una spaccatura (se lacero-contusa)
od unapertura (se da taglio) della cute fino agli strati più profondi
del derma, talora anche ad arrivare alle strutture sottostanti. In età pediatrica
le ferite o le escoriazioni più frequenti sono quelle facciali (arcate sopraccigliari
e mentoniere) per il meccanismo - spiegato alla voce relativa al trauma
cranico - del peso della testa. Cosa fare: Detergere e disinfettare le escoriazioni e le ferite con disinfettanti non alcolici (possono andar bene acqua ossigenata, betadine o mercurocromo); Medicare con garze sterili; Le escoriazioni più superficiali guariscono bene toccandole con mercurocromo e lasciandole scoperte, quelle più profonde, secernendo parecchio siero, abbisognano a volte dellapplicazione di garze grasse sotto una medicazione con garze sterili; Le ferite più profonde vanno valutate da un medico per una eventuale sutura. Fate attenzione, nei Pronto Soccorso cè in dotazione una particolare colla per suturare le ferite, molto efficace soprattutto sulle ferite lineari (da taglio) in regioni del corpo non sollecitate da movimenti (tipo in prossimità delle articolazioni). Sui bambini è un ottimo prodotto in quanto non doloroso e soprattutto sul viso da degli ottimi risultati. Non abbisogna di ulteriori medicazioni, tiene bene lacqua e si rimuove da sola. A discrezione del medico escoriazioni e ferite particolarmente estese o sporche possono richiedere la somministrazione di un antibiotico. Eventuali emorragie vanno tamponate con delle medicazioni compressive direttamente sulla ferita (sconsigliato luso del laccio emostatico) ed applicazioni di ghiaccio (vasocostrittore), per poi accompagnare il bambino in Pronto Soccorso. Cosa non fare: Medicare con cotone, tantomeno quello emostatico perché "impacca" la ferita, che risulta poi difficile da ripulire e lascia dei pelucchi allinterno che possono provocare infezioni; Applicare polveri emostatiche (Cicatrene) per lo stesso motivo descritto sopra; Applicare il laccio emostatico. |
FRATTURA |
E' semplicemente la
rottura di un osso e può essere più o meno grave a seconda dell'osso colpito,
del tipo di frattura e di eventuali complicanze relative al traumatismo
subito. A parte però le fratture esposte (comunque rare in età pediatrica)
in cui vi è un trapassamento del moncone osseo dei tessuti fino allesterno,
in un traumatismo, una frattura la si può solo sospettare. La frattura si
diagnostica solo con unindagine radiografica. SINTOMI Forte dolore Tumefazione ingravescente (ma non è la regola) Difficoltà al movimento in molti casi Deformazione se la frattura è "scomposta" COSA FARE Se la contusione è stata molto forte e sospettiamo una frattura bisogna: Tenere a riposo la parte colpita evitandone movimenti Se possibile steccare gli arti anche con materiale di fortuna (legno e bende, cartone ) nella posizione in cui si trovano. Applicare del ghiaccio Tenere l"arto in scarico" (più alto rispetto al corpo) o braccio al collo con un foulard Accompagnare in un Pronto Soccorso . In caso di fratture esposte : Coprire la ferita e lesposizione con materiale pulito, meglio se sterile (vanno bene telini o garze, assolutamente non cotone) Immobilizzare così come si trova (ogni tentativo di mobilizzazione potrebbe essere pericoloso e dannoso) Non fare nessun altra manovra Chiamare il 118 se si tratta di ossa grandi (omero, femore, gamba, avambraccia) o altrimenti accompagnare in Pronto Soccorso. |
INALAZIONE DI CORPI ESTRANEI |
Quando
un corpo estraneo (cibo, giochi di piccole dimensioni, tappini
) viene
deglutito dal bambino andando ad ingombrare le vie aeree invece di transitare
in esofago, si può creare unostruzione: il classico "boccone
di traverso". Si tratta di una situazione che può divenire grave ed
evolvere fino al soffocamento. Bisogna distinguere però unOstruzione
Parziale in cui avviene comunque uno scambio daria nei polmoni da
un Ostruzione Completa in cui ovviamente ogni scambio daria risulta
impossibile. OSTRUZIONE PARZIALE SINTOMI: Il bambino tossisce vigorosamente Diventa rosso e paonazzo in viso per lo sforzo In alcuni casi riesce perfino a parlare o piangere COSA FARE Astenersi da qualunque manovra Incoraggiare a tossire. Accompagnare in un Pronto Soccorso se la situazione non si risolve velocemente, se lo si ritiene opportuno chiamare il 118 OSTRUZIONE COMPLETA SINTOMI: Il bambino non riesce a tossire, parlare o piangere Se cosciente sarà molto agitato, se grandicello sarà in piedi portandosi le mani alla gola La colorazione della cute diventerà progressivamente più scura (cianosi) per la mancata ossigenazione dei tessuti Se la situazione non si risolve, nel giro di pochissimi minuti si arriverà presto ad una perdita di coscienza COSA FARE Agire immediatamente allertando il 118 Eseguire la Manovra di Heimlich con delle pressioni decise sottodiaframmatiche dal basso verso lalto fino alla disostruzione Se persiste lostruzione e subentra la perdita di coscienza: 1. Mettere supino su un piano rigido 2. Controllare eventuale presenza di corpi estranei in bocca 3. Iperestendere il capo 4. Controllare effettivamente lassenza di respiro5. Tentare fino a 5 ventilazioni (consultare RCP pediatrica) 6. Se non si riesce a ventilare eseguire 5 manovre di Heimlich da supino e 5 compressioni toraciche esterne 7. Riprendere dal punto 2 e continuare sino allarrivo dei soccorsi COSA NON FARE Non caricare immediatamente il bambino in auto per portarlo in ospedale. Se non lo si ha di fronte a casa si rischia di lasciarlo morire durante il tragitto. Non dimenticarsi di chiamare il 118 altrimenti dopo qualche minuto scoprirete che nessuno verrà ad aiutarvi . Non sollevare per i piedi il bimbo e scuoterlo: potreste causare lesioni agli arti o rischiare di farlo cadere provocandogli un trauma cranico N.B. Tali procedure sono estratte dal manuale di PBLS (Pediatric Basic Life Support) dellIRC (Italian Resuscitation Council), ma sono state da me leggermente modificate al fine di semplificarne la procedura che, senza un addestramento specifico teorico-pratico, risulterebbe complessa ed oltremodo articolata, quindi difficilmente comprensibile con la lettura di due semplici paginette "on-line". Per quanto riguarda le ventilazioni e le compressioni toraciche esterne si rimanda ad un consulto del capitolo sulla RCP pediatrica |
INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI |
Lingestione
accidentale di un qualsiasi oggetto - da parte di un bambino - è un fenomeno
abbastanza frequente, soprattutto nei lattanti, durante la cosiddetta fase
orale, in cui studiano tutti gli oggetti a portata di mano mettendoli in
bocca. Maneggiando oggetti di piccole dimensioni può accadere che il bambino
li ingerisca e se si é sicuri che labbia fatto e loggetto non
è recuperabile in bocca e non si innescano colpi di tosse o arresti respiratori
improvvisi, quasi sicuramente la via presa è quella dellapparato digerente;
quindi se non é ancora in esofago, é senzaltro nello stomaco. Sintomi Se loggetto é finito nello stomaco, generalmente, non si ha nessuna sintomatologia, mentre se si è fermato in esofago il bimbo può accusare una sensazione quasi di peso retrosternale ed avvertire il continuo desiderio di deglutire ("come per un boccone che non passa giù"). Problemi seri possono, invece, svilupparsi successivamente, durante la peristalsi che spinge il corpo estraneo lungo lintestino tenue ed il colon verso lespulsione, se l'oggetto è di forma irregolare od appuntita. In questi casi, potrebbe causare la perforazione di qualche organo o unocclusione intestinale se si dovesse imbrigliare in qualche ansa intestinale. Non è la regola, ma generalmente, i corpi estranei ingeriti sono regolari, in quanto se irregolari passano con difficoltà già a livello della faringe e laringe del bambino, causando forti accessi di tosse che solitamente, alla fine, ne permettono lespulsione. Cosa fare E molto importante sapere che tipo di oggetto è stato ingerito, se è stato ingerito veramente e dove è localizzato. Per fare questo è necessaria lospedalizzazione del bimbo, durante la quale - attraverso una radiografia - verrà accertato tutto questo. Generalmente se si tratta di oggetti di forma regolare (bottoni, monete, biglie, gomme ) la peristalsi intestinale sarà sufficiente a farlo "viaggiare" nel tubo digerente fino allespulsione con le feci. In questo caso, sarà importante controllare le feci per verificarne leffettiva espulsione. Se loggetto ha forme e dimensioni pericolose (tappini appuntiti, spille, puntine, chiodi ), si potrà decidere, a seconda del caso, di seguirne con controlli successivi il movimento oppure di optare per la rimozione tramite endoscopio (se fermo nellesofago, nello stomaco o anche nel duodeno) oppure ancora, se necessario, tramite operazione chirurgica. Cosa non fare Tentare di provocare il vomito (il corpo estraneo risalendo potrebbe imboccare poi le vie aeree causando rischi maggiori per il bambino); Se il corpo estraneo è nella faringe e si vede, evitare di spingerlo più in basso; Far assumere cibo al bimbo per far "passar giù" il corpo estraneo se questi ha forma irregolare, pungente o tagliente (ulteriori movimenti potrebbero causare lesioni ai tessuti degli organi). |
IPERESSIA (FEBBRE) |
E' l'innalzamento
anomalo della temperatura corporea. Bisogna premettere che - normalmente
- la temperatura esterna di un uomo può variare tra i 36 - 37° C, se misurata
internamente (per via rettale) è necessario considerare un aumento fisiologico
di 0,4 - 0,5°C. La temperatura non è mai fissa, varia nell'arco della giornata
(più alta la sera), a seconda dell'esposizione ambientale, dell'attività
fisica e delle variazioni di concentrazioni ormonali (soprattutto nelle
donne). Un centro termoregolatore alla base del cervello ha il compito di
tenere in equilibrio la temperatura corporea tra la produzione di calore
dovuta alla metabolizzazione degli alimenti e all'attività fisica e la dispersione
dovuta all'evaporazione di acqua con la respirazione e la sudorazione. Il
cervello è in grado di controllare tutte queste variabile e compensare ogni
variante esterna, ma in alcune occasioni intervengono delle situazioni che
agiscono dentro il nostro organismo (agenti patogeni: virus, batteri
)
che fanno innalzare la soglia di intervento al centro termoregolatore. In
questi casi c'è la comparsa della febbre, che non è una malattia, ma un
sintomo, o meglio una difesa del nostro organismo che innalza la temperatura
per far "soffrire" i microrganismi che l'hanno attaccato. N.B.
L'innalzamento della temperatura può essere dovuto anche ad altri fattori
(tumori cerebrali, emorragie, disfunzioni ormonali, ecc.), ma naturalmente
quella dovuta ad infezioni sono quelle più frequenti ed a livello pediatrico
le più interessanti. Fasi della febbre Prodromica: l'inizio della manifestazione, caratterizzata da dolenzie diffuse, cefalea modesta, nausea e malessere generale. d'insorgenza: può essere graduale fino a più giorni o brusca, con un aumento della temperatura corporea fino a 39 - 40°C. Ci possono essere sensazione di freddo e brivido intenso (i brividi sono un tentativo involontario di produrre calore con delle contrazioni muscolari). di accesso: caratterizzata da sensazione di caldo intenso con arrossamento della cute ed occhi lucenti, dovuti a vasodilatazione per disperdere calore; aumento della frequenza cardiaca (attenzione, nei bambini è già fisiologicamente più alta degli adulti... più sono piccoli e più sono tachicardici) e della frequenza respiratoria; sete e secchezza delle mucose, disappetenza per arrivare fino alle crisi convulsive nei bambini con temperature particolarmente elevate (40 - 41 - 42° C). di deferescenza: lo sfebbramento che può verificarsi gradualmente od in modo brusco con sudorazione profusa. Questo è l'andamento tipico della febbre dovuta chiaramente ad infezione, ma in realtà - in alcuni casi - l'andamento può essere diverso, quindi si possono avere febbri intermittenti, febbricole ondulanti o continue. Il riconoscimento di questi particolari andamenti può aiutare il pediatra a diagnosticare l'agente che ha scatenato la malattia. La misurazione della temperatura: La temperatura si può rilevare internamente o esternamente. Internamente si rileva con degli appositi termometri a mercurio di piccole dimensioni (detti prismatici) posizionati nel retto (posizione più utilizzata in Italia) o in bocca per 2-3 minuti, nei bambini piccoli è la misurazione preferita. Esternamente si rileva con i normali termometri a mercurio nell'ascella o nell'inguine per 5-6 minuti. Ci sono in commercio anche dei termometri elettronici abbastanza economici che rilevano la temperatura più o meno nello stesso tempo e nelle stesse sedi, col tempo però perdono precisione. Esiste anche un termometro elettronico con sensori all'infrarosso che rilevano la temperatura anche cutanea o auricolare in pochi secondi; il prezzo è però elevato e l'uso e più che altro ospedaliero. La rilevazione va fatta al bimbo a riposo e lontano da pasti e bagni caldi e soltanto quando lamenta un malessere, piange senza un apparente motivo o se vi appare accaldato (appoggiare la mano sulla fronte e sul collo posteriormente). Una volta riscontrata la febbre è buona regola tenerla monitorizzata con rilevazioni a distanza di 2-3 ore. Cosa fare: Riposo a letto, divieto assoluto di frequentare comunità (scuole, asili, nidi ). Scoprire il bambino per evitare che si "surriscaldi", coprirlo solo nella fase del brivido in cui soffre il freddo. Farlo bere abbondantemente (acqua, succhi di frutta, latte se non ha vomito o dissenteria) con piccoli e frequenti sorsi. Se la temperatura supera i 38 - 38,5° C somministrare del Paracetamolo (Tachipirina, Acetamol ) o altro farmaco antipiretico nelle dosi consigliate dal pediatra a seconda del peso. Se la temperatura sale sopra i 39° C eseguire delle spugnature umide dal tiepido fino al freddo per abbassarla. Quando portarlo dal pediatra: Quando dopo 2-3 giorni la febbre non accenna a diminuire. Quando oltre alla febbre ci sono o compaiono altri sintomi quali tosse abbondante, vomito, dissenteria, bruciore alla minzione, dolori toracici o addominali. Se compaiono manifestazioni dermatologiche che possono far pensare ad una malattia infettiva dell'infanzia. Quando la febbre raggiunge valori a rischio (40°) ed il bimbo presenta i primi sintomi di disidratazione o se ha avuto un episodio di crisi convulsive. In quest'ultimo caso può essere consigliabile accompagnare il bambino direttamente in un ospedale che abbia una pediatria (in prospettiva di un ricovero per accertamenti e cure). Cosa non fare: Tenere ultracoperto il bimbo durante le fasi febbrili. Somministrare antibiotici senza il parere del pediatra (può essere dannoso e sviluppare delle resistenze). Allarmarsi se l'antibiotico non fa effetto immediatamente (bisogna aspettare almeno 3-4 giorni di terapia per valutare gli effetti). Effettuare spugnature gelide. Sottovalutare temperature molto alte e prolungate, la disidratazione può innescare un circolo vizioso che porta ad altri grossi problemi. Somministrare antipiretici ad ogni costo non appena compare una lineetta di febbre. |
LUSSAZIONE |
E
la fuoriuscita di un osso dalla sua normale sede in un articolazione. Tale
perdita dei rapporti articolari non si risolve spontaneamente. Avviene uno
stiramento con lacerazioni delle strutture legamentose e capsulari, nonché
vascolari e nervose, che fino alla riduzione della lussazione continuano
a restare in tensione. Perché si verifichi una lussazione cè bisogno
di una grande energia (salvo nelle recidive) e - quindi - è poco frequente
in età pediatrica, più frequente in età scolare. Sicuramente la più diffusa
è la lussazione della spalla. La lussazione che si presenta maggiormente
- in età compresa da 1 a 3/4 anni - è la pronazione dolorosa di gomito.
Si tratta di una sublussazione, ossia di una fuoriuscita incompleta del
radio dalla sua normale sede che non provoca lesioni tissutali. E
dovuta, quasi sempre, ad una trazione energica del braccio data dai genitori
per trattenere o sorreggere i bambini in concomitanza con una lassità delle
strutture articolari, ancora in formazione, dei bambini. Sintomi: Dolore acuto e localizzato, che va poi diminuendo, ma diffondendosi a tutta la zona dellarticolazione; Impotenza funzionale, con violento dolore provocato ad ogni tentativo di movimento; Deformazione anatomica dellarticolazione (confrontata con la controlaterale) con presenza di rilievi e affossamenti anormali. Assunzione autonoma - da parte del bambino - di una posizione meno dolorosa. Sintomi della pronazione dolorosa: Il bambino inizialmente piange per il dolore; Il bambino non muove il braccio che lascia cadente ed in particolare tiene esteso il gomito;Ogni tentativo di movimento evoca dolore e quindi pianto. Cosa fare: Cercare di tranquillizzare il bambino; Immobilizzare larto con bende, cuscini e foulard così come viene tenuto dal bambino stesso;Recarsi - il più velocemente possibile - in un Pronto Soccorso, dove verranno eseguite radiografie per escludere fratture e - successivamente - verrà eseguita la manovra di riduzione (che da immediato sollievo) e limmobilizzazione dellarticolazione. Tenere presente che prima viene effettuata la manovra di riduzione più risulterà semplice. infatti, con il passare del tempo, i muscoli per difesa si contraggono e potrebbe essere quindi necessaria una blanda anestesia perché la manovra abbia successo;Gli antidolorifici è meglio somministrarli a riduzione avvenuta, sempre sotto consiglio medico, prima è inutile. Cosa fare per la pronazione dolorosa: Portare il bimbo dal pediatra o in un Pronto Soccorso dove verrà effettuata una semplicissima manovra di riduzione. La prova - per vedere se la riduzione é riuscita - é quella di far provare al bambino ad afferrare un oggetto con la mano dellarto colpito o farsi abbracciare. Spesso, bisogna aspettare del tempo prima che il bambino si decida a muovere il braccio, perché - memore del dolore - ha paura a tentare ogni movimento. Tachipirina al bisogno, sempre su consiglio pediatrico. Cosa non fare: Tentare riduzioni improprie o manipolazioni; Somministrare bevande o farmaci prima della riduzione. |
PUNTURA D'INSETTO |
Le conseguenze delle
punture d'insetto possono essere varie e dipendono dal tipo d'insetto, dalla
sensibilità della persona, dalla sede di puntura e dal numero di punture.
Reazione locale: Nella grande maggioranza dei casi i bambini (ma anche gli adulti) reagiscono ad una puntura d'insetto (zanzare, api, vespe, tafani...) con una semplice reazione allergica localizzata. Questa reazione si manifesta velocemente con un eritema ed un ponfo più o meno grande in sede di puntura, dolore sostituito successivamente da prurito. In queste situazioni: applicare il ghiaccio localmente (mai a contatto con la pelle); applicare una pomata antistaminica (es. Fargan, Polaramin...), cercando di evitare che il bambino si gratti per non irritare ulteriormente e causare sempre maggiore prurito; Rimuovere il pungiglione con delle pinzette se, in caso di puntura di vespa o ape, fosse rimasto conficcato e successivamente disinfettare. Fare riferimento al proprio medico od al pediatra se - a distanza di giorni - si verificasse una sovrainfezione. Reazione generalizzata In alcuni casi, bambini con una spiccata sensibilità verso certi insetti, possono avere delle reazioni allergiche spropositate ed anche pericolose. In questi soggetti allergici i primi segni appaiono comunque entro pochi minuti e si manifestano con eritema orticarioide (numerosi ponfi su vaste aree o su tutto il corpo) molto pruriginoso; talora si può presentare in associazione, ma anche singolarmente, ledema della glottide. E una situazione grave in cui ledema blocca progressivamente a livello della laringe il passaggio dell'aria necessaria alla respirazione. In rari casi limite, si può andare incontro a shock anafilattico. In questo caso la reazione allergica fa precipitare a livello sistemico la pressione arteriosa fino al punto in cui non è garantita la perfusione ematica degli organi vitali. Da qui si può instaurare un circolo vizioso che può condurre, se non velocemente trattato, anche alla morte. Cosa fare Innanzitutto è doveroso sottolineare che tali reazioni si scatenano nel giro di pochi minuti, quindi è inutile recarsi in un Pronto Soccorso ansimanti perché il vostro bambino è stato punto da un insetto tre ore prima. Se dopo mezz'ora o un'ora la reazione manifestatasi è nulla o localizzata si può stare tranquilli. Viceversa, al primo segnale di eritema e prurito diffuso a tutto il corpo, è bene accompagnare in un Pronto Soccorso il vostro bambino dove con terapie endovenose a base di cortisonici ed antistaminici la reazione allergica viene bloccata e risolta. Non perdete tempo se la punturina sulla mano non si ferma ad un semplice ponfo, ma si propaga a tutto il corpo, o se se la puntura è sul viso e vedete le labbra o le palpebre che si gonfiano in modo spropositato, accompagnate subito in ospedale il bimbo. I soggetti noti allergici (che hanno già avuto reazioni generalizzate in seguito a punture d'insetto) a maggior ragione vanno accompagnati immediatamente in ospedale. Sarebbe possibile, su consiglio del medico o del pediatra, tenere a portata di mano delle fiale di cortisone da praticare per via intramuscolare al bisogno in attesa di arrivare in ospedale, soprattutto se ci si trova lontani da questo. Un'altra cosa importante - quando si scatenano reazioni generalizzate - è contattare successivamente il proprio pediatra, per eventualmente iniziare l'iter vaccinale contro la sostanza verso cui il bimbo è sensibile. Punture particolari Zecche: sono parassiti presenti in natura: nel prato, nelle siepi, ecc., che attaccano abitualmente gli animali (cani, gatti, pecore...) ma che non disdegnano l'uomo se ne vengono a contatto. Sono insetti dotati di una testa molto piccola che conficcano nella cute succhiando il sangue del portatore, un altrettanto piccolo tronco con tre paia di zampe ed un addome che si gonfia man mano che la zecca si nutre. Dalla grandezza di una capocchia di spillo può arrivare alle dimensioni di un pisello o anche più. Nei bambini e negli uomini, generalmente, si ritrovano zecche di piccole dimensioni ed il problema in questo caso non è la reazione allergica, ma le eventuali altre malattie che questi insetti possono veicolare. Cosa fare: Rimuovere la zecca in questo modo: Stordirla applicandoci sopra dell'etere etilico o dell'alcol per qualche secondo;Rimuovere l'insetto con una pinzetta avendo la cura di non lasciare la testa conficcata; Disinfettare; Rivolgersi al medico od al pediatra per l'avvio di un'eventuale terapia antibiotica. Ragni, scorpioni, formiche,...: in Italia le varietà presenti di questi insetti non sono velenose, quindi in assenza di reazioni allergiche importanti trattare con ghiaccio e pomate locali. Visita dal proprio medico in caso di complicazioni (infezioni). |
TRAUMA CRANICO |
I traumi
cranici - in età pediatrica - sono frequentissimi e questo perché, sebbene
la testa di un bimbo sia ovviamente più piccola di quella di un adulto,
in relazione al resto del corpo è grande e pesante: questo rende suscettibile
di essere sede di lesione. La testa è spesso il primo punto d'impatto, soprattutto
nelle cadute dallalto, negli incidenti ludico-sportivi e negli incidenti
della viabilità. Potrebbe essere un vantaggio teorico, nei neonati, la presenza
delle fontanelle ed il fatto che le suture della volta cranica non siano
ancora saldate, ma i dati sulla mortalità per trauma cranico encefalico
nei bimbi al di sotto dei 2 anni di età dimostrerebbero il contrario. Questo
non vuol significare che i bambini abbiano la "testa di cristallo",
in realtà sopportano benissimo traumi che ad un adulto possono sembrare
gravi, ma che - nei grossi traumatismi con impatti violenti - subiscono
maggiori danni, con un alta mortalità, rispetto ad un adulto. Nel valutare
il proprio bambino, dopo che ha subito un trauma cranico, bisogna sempre
tenere presenti alcune nozioni importanti: La gravità di un trauma cranico è in rapporto al tipo ed alla vastità di sollecitazione o danneggiamento che ha subito lencefalo interiormente; La gravità dei danni non è proporzionale allentità dellimpatto. Ogni trauma cranico è una situazione diversa dalle altre e la sintomatologia può essere nulla o molto sfumata, fino a mostrare segni molto severi; Un trauma cranico può cominciare a mostrare i suoi effetti a distanza di ore. Sintomi del trauma cranico lieve: Dolore e - quindi - pianto immediato del bimbo; Vomito Cefalea Sonnolenza Sintomi del trauma cranico moderato: Oltre ai precedenti sono possibili: Perdita transitoria di coscienza; Amnesia Agitazione psicomotoria. Sintomi del trauma cranico grave: Oltre ai precedenti sono possibili: Sopore Segni neurologici importanti; Coma Cosa fare: Se cè la comparsa anche solo di uno dei sintomi sopra elencati è necessario accompagnare il bimbo ospedale, meglio dove sia presente il reparto di pediatria, nel possa essere valutato ed alloccorrenza tenuto in osservazione in regime di ricovero. Losservazione dura generalmente 24-48 ore, al termine delle quali - in assenza di sintomatologia - il bambino può essere dimesso in sicurezza. Se, alla visita medica, non sono stati rilevati particolari segni, il bimbo può essere rilasciato al proprio domicilio allosservazione dei propri genitori che dovranno controllare che non compaiano i segni sopra elencati, anche svegliandolo la notte per assicurarsi che non ci siano state alterazioni dello stato di coscienza nel sonno. In assenza di sintomatologia, in un trauma non molto importante, in un bambino che ha pianto subito, i genitori possono anche tenerlo a casa, se se la sentono, applicando del ghiaccio localmente tenendolo a dieta leggera e naturalmente osservandolo. Alla comparsa di un qualsiasi segno che non convince i genitori e bene accompagnare o riaccompagnare il bimbo in ospedale. |
USTIONE |
L'ustione
è la distruzione delle cellule della pelle (ma anche degli strati sottostanti)
da parte di un particolare agente (solido, liquido, gassoso, elettrico,
)
ad alta temperatura (ma anche a bassissima). Le ustioni sono un incidente
domestico piuttosto frequente nei bambini che - purtroppo - mossi dalla
curiosità e dalla voglia di scoprire vanno a toccare oggetti senza conoscerne
il pericolo. Possono, quindi, toccare pentole roventi o fornelli, versarsi
addosso liquidi bollenti, toccare incuriositi fiamme libere (camino, candele
)
ed infine, anche se sempre più raramente, venire a contatto con fonti di
elettricità. E' quindi di primaria importanza la prevenzione, ossia: cucinare
sui fornelli posteriori, non lasciare in giro acqua bollente e non lasciare
soli i bambini in presenza di fiamme o materiale potenzialmente ustionante.
La profondità della lesione è determinata dalla temperatura dell'agente
e dal tempo di esposizione. Profondità della lesione: Primo grado: sono coinvolti solo gli strati superficiali della cute, generalmente si manifesta con un semplice eritema (rossore). Una scottatura solare può rientrare in questa categoria. Secondo grado: sono coinvolti l'epidermide (strato più superficiale) e parte o l'intero derma (strato sottostante). Si manifesta con eritema e flittene, le cosiddette vesciche gonfie di liquido (siero), che possono anche rompersi se l'esposizione è prolungata. Generalmente guariscono, seppur più lentamente, senza esiti cicatriziali. Discreto è il rischio di sovrainfezione batterica come complicanza. Terzo grado: vi è una distruzione di epidermide, derma e strutture sottostanti come sottocute e perfino i muscoli nei casi più gravi. Si manifesta con lesioni ulcerative più o meno profonde, circondate da zone di eritema e flittene. Guariscono molto lentamente lasciando esiti cicatriziali più o meno vistosi. Grosso è il rischio di sovrainfezione. Gravità della lesione: E' bene ricordare che ciò che incide sulla gravità di un'ustione, fino a renderla anche mortale, non è tanto il grado, ma l'estensione. Ad esempio, un'ustione di secondo grado su tutto il tronco è ben più grave di un'ustione di terzo grado su una mano. Soprattutto, nel bambino, un'ustione che coinvolge tutta la testa è una situazione molto delicata. E' bene ricordare che fiamme o gas caldissimi possono anche essere inalati. In questi casi, si possono creare delle ustioni interne, nell'albero tracheo-bronchiale, che a distanza di qualche ora possono dare seri problemi. Peli del naso bruciati possono essere un segno a cui dare molta importanza. Le ustioni raramente sono letali nell'immediato, ma creano complicazioni importanti quali: shock da disidratazione (perdita di liquidi con gli essudati), difficile tamponamento nelle ustioni molto estese, sovrainfezioni batteriche fino alle setticemie (infezioni sistemiche). Cosa fare immediatamente: Innanzitutto autoprotezione. Un genitore ustionato difficilmente può aiutare un bambino nelle medesime condizioni. Allontanare il bimbo dalle fonti di calore: tagliare e rimuovere i vestiti eventualmente bagnati con liquidi bollenti o direttamente a contatto con l'ustione (se i vestiti in alcuni punti sono adesi alla cute lasciare stare, ma ritagliareintorno. Vverranno poi rimossi in sede ospedaliera). Lavare con abbondante acqua fredda. Applicare ghiaccio, ma non direttamente sulla parte. In caso di vesciche, integre o rotte, o lesioni profonde coprire con materiale pulito o meglio sterile (garze o panno di cotone). In ogni caso rivolgersi ad un medico. Cosa fare dopo: Ustioni di 1° grado delimitate: (es. mano, piede parte del braccio..) o di 2° grado localizzate (es. dita della mano): Si possono trattare anche a casa con: Impacchi freddi. Medicazioni sterili con applicazione di garze grasse. Non applicare nessuna preparazione sulle ustioni senza il consiglio medico. Mantenere pulite le medicazioni. Rivolgersi al pediatra in caso di complicanze (infezioni). Ustioni di 1° grado molto estese, di 2° grado delimitate o di 3° grado: Coprire con materiale pulito asciutto, meglio se sterile. Applicare ghiaccio non direttamente sulla parte. Non applicare nessuna preparazione sulle ustioni senza il consiglio medico. Accompagnare il bambino in Pronto Soccorso. Se le lesioni sono particolarmente gravi (2° o 3° grado estesi) allertare telefonicamente il 118 (può inviarvi velocemente un'ambulanza attrezzata o l'eliambulanza e trasportare il bimbo direttamente nell'ospedale più indicato. Inoltre gli operatori possono darvi delle indicazioni sul cosa fare nell'attesa). Cosa non fare: Sottovalutare la gravità dell'evento. Medicare con cotone. Applicare oli o creme senza consiglio medico. Bucare le flittene (vesciche). Finché sono integre, anche se la "pelle é morta", la cute è integra ed al riparo da infezione. Questo tipo di operazioni lasciatele fare al personale esperto. Trascurare le medicazioni consentendo al bambino di bagnarla o sporcarla (le infezioni sono sempre dietro l'angolo!). |
VOMITO |
Il vomito
è l'emissione - attraverso la bocca - del contenuto gastrico, per compressione
dello stomaco dovuta alla brusca contrazione dei muscoli delle pareti addominali
e del diaframma. Il vomito può essere provocato anche dalla stimolazione
manuale della faringe ed anche da violenti colpi di tosse. Il materiale
emesso è generalmente alimentare, più o meno digerito; se gli episodi sono
sostenuti e frequenti si può arrivare all'emissione di materiale duodenale
di colore giallastro o verde (vomito biliare). In alcuni casi - in assenza
di contenuto nello stomaco - il vomito può diventare di aspetto acquoso
o mucoso per le modiche quantità di succhi gastrici, muco e saliva oppure
fermarsi al "conato", ossia la violenta contrazione dei muscoli
senza l'emissione di alcunché. Il vomito non è una malattia, ma una manifestazione
di una moltitudine di patologie. E' da distinguere dal vomito il rigurgito:
una manifestazione piuttosto frequente nel neonato fino all'anno di età
che si differenza per l'emissione di materiale alimentare senza la contrazione
violenta della muscolatura e quindi senza sforzo. Le quantità emesse sono
generalmente modeste e spesso seguite all'eruttazione. Cause predisponenti Senz'altro sono non gravi e facilmente curabili, ma - attenzione - non trascurabili, soprattutto nel bambino, in quanto generalmente causano contemporaneamente anche febbre. Le cause più frequenti sono: Infezione virale: influenza, gastroenterite (in questo caso spesso associata a dissenteria). Infezione dell'orecchio (otite). Infezione delle vie urinarie (cistite). Cause meno frequenti possono essere: Appendicite Meningite Trauma cranico (in questo caso si ha un vomito improvviso molto violento detto "a getto") Trauma addominale Occlusione Intestinale... Cosa fare E' doveroso ricordare che il rischio principale del vomito è l'innesco della disidratazione per una veloce perdita di liquidi e sali minerali senza che di solito vengano reintegrati; soprattutto se accompagnato- come già detto- da febbre e dissenteria. Alla prima manifestazione di vomito bisogna: Rilevare la temperatura corporea. Cercare di capire (con l'interrogazione o la palpazione se il bimbo è molto piccolo) se il bambino accusa dolori o malesseri (ad esempio: mal di pancia, di testa, di orecchie, bruciore alla minzione ) e da quanto tempo. Se non si rilevano segni importanti o solo febbre, si può: Temporeggiare tenendo il bambino a casa e a riposo. Farlo bere a piccoli sorsi e frequentemente, zuccherando eventualmente l'acqua o somministrare bevande tipo integratori idro-salinici (non bevande gassate). Tenerlo a dieta molto leggera o semi liquida, da integrare gradualmente se regredisce il vomito ed eventuali altre sintomatologie. Il lattante può continuare l'allattamento al seno, ma tenendo pasti più brevi e frequenti. Il latte artificiale va sospeso e sostituito con bevande zuccherate (thè, camomilla, tisane ) e gradualmente va reintrodotto diluendolo inizialmente in modo maggiore. Nei casi in cui: Il bimbo abbia avuto un trauma cranico o addominale recentemente. Gli episodi di vomito siano molto frequenti ed associati a dissenteria. Il bimbo accusi forte dolore addominale. Ci sia il dubbio che il bimbo abbia ingerito sostanze nocive (farmaci, detersivi, solventi ). Nel vomito vi sia presenza di sangue (attenzione ad eventuale presenza di ragadi ai capezzoli se i bimbi sono allattati al seno). Il bimbo lamenti dolore alle orecchie. Il bimbo lamenti bruciore alla minzione. Il bimbo presenti manifestazioni cutanee che possono far pensare a qualche malattia infettiva (varicella, morbillo, scarlattina ). Il vomito duri da parecchie ore e compaiono segni di disidratazione: poca urina, pianto senza lacrime, confusione, cute e mucose secche, tachicardia. PORTARE IMMEDIATAMENTE IL BIMBO IN VISITA AL PEDIATRA O RECARSI IN UN PRONTO SOCCORSO (MEGLIO SE PEDIATRICO). Cosa non fare Forzare l'assunzione di cibi solidi per "reintegrare" quelli persi. Non far bere grosse quantità di liquidi velocemente (può innescare il vomito). Non far bere bevande gassate (dilatano e stimolano lo stomaco a svuotarsi). Non somministrare farmaci senza il parere medico, tanto meno gli antiemetici. Non sottovalutare. |
(*) |
La presente
rubrica non vuol essere un trattato scientifico di pediatria né - tanto
meno - un trattato medico. |
a
cura di Rudy Bianchi - papà di due gemelle ed Infermiere Professionale
in Pronto Soccorso e per il 118, Volontario del soccorso, Istruttore BLSD
(Basic Life Support and Defibrillation), Istruttore dei volontari del soccorso.
( da http://digilander.libero.it/mollar/SoccorsoBambini.htm) |